Avv. Giuseppe Croari – Dott.ssa Silvia Di Paola
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Non più confinata a una élite o a un gruppo privilegiato, la Moda sta diventando sempre più inclusiva e attenta alle diverse esigenze dei consumatori: tra i più rilevanti cambiamenti spicca l’integrazione delle persone con disabilità.
Cosa si intende per Moda adattiva
Storicamente, la Moda è stata un settore poco accessibile per le persone con disabilità, che spesso si sono trovate ad affrontare non solo barriere fisiche nell’accesso ai negozi, ma anche difficoltà a trovare abbigliamento adatto alle proprie necessità.
Tuttavia, negli ultimi anni, diverse aziende e designer hanno cominciato a prendere coscienza della necessità di creare collezioni che rispondano alle esigenze di una clientela diversificata. Ed è a tale proposito che si parla di Moda adattiva: ossia di un tipo di Moda pensata e realizzata per persone che vivono con disabilità permanenti o temporanee.
La questione dell’accessibilità nella Moda non riguarda solo l’abbigliamento, ma anche la possibilità per le persone con disabilità di avere accesso alle stesse opportunità di scelta e partecipazione di tutti gli altri. In questo contesto, il diritto alla Moda diventa un’estensione del diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione.
A livello globale, un passo fondamentale per il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità è stata l’adozione, nel 2006, della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
Secondo l’art. 30 della Convezione, gli Stati sono chiamati a promuovere politiche che favoriscano l’inclusione e garantiscano la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita sociale, culturale e ricreativa, eliminando le barriere fisiche, comunicative e culturali. La Convenzione riconosce il diritto di accedere a beni e servizi, inclusa la Moda.
Il tema dell’accessibilità e dell’inclusione, relativamente alle persone portatrici di disabilità, è disciplinato, in Italia, dalla legge n. 194/1992; manca, tuttavia, a livello normativo una legge che espressamente attribuisca a settori quali, per esempio, quello della moda, un ruolo strategico necessario a garantire effettivamente l’inclusione nei diversi ambiti sociali e culturali anche delle persone disabili.
Il ruolo dei designer e delle aziende
Negli ultimi anni, il mondo della Moda ha visto l’emergere di designer e brand che si sono distinti per la loro attenzione alla diversità e all’inclusività.
Tra questi, un esempio di grande rilevanza è l’iniziativa di Iris van Herpen, designer olandese che ha utilizzato la tecnologia per creare abiti adattabili a persone con mobilità ridotta, e Sophie Cox, una stilista che ha sviluppato collezioni pensate per persone con disabilità fisiche, incorporando elementi come cerniere magnetiche e tagli che facilitano l’uso di protesi.
Marchi come Tommy Hilfiger, Primark e Zalando hanno lanciato linee di abbigliamento inclusivo, con capi facili da indossare, con chiusure adattate per chi ha difficoltà motorie o con tessuti che garantiscono comfort anche per chi ha sensibilità cutanee particolari.
La Moda per persone con disabilità non è più una nicchia, ma inizia ad essere una vera e propria tendenza che sta trovando spazio nei principali circuiti commerciali.
Conclusioni
Il futuro della Moda passa anche attraverso la costruzione di un ambiente più inclusivo e accessibile, dove ogni persona possa sentirsi rappresentata, apprezzata e libera di esprimere la propria individualità.
Anche se su questo fronte le iniziative normative sono rimaste piuttosto scarse, la Moda per persone con disabilità non è più solo un sogno, ma una realtà che cresce grazie al contributo di designer, aziende, attivisti e persone disabili stesse, tutte unite dall’obiettivo di costruire un mondo più equo per tutti.